Fascista e razzista: Fernando Pessoa attaccato dagli intellettuali africani

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CULTURA PERSONAGGI

Fernando Pessoa era un razzista?

Fernando Pessoa - Foto

Fernando Pessoa è stato uno dei più grandi geni poetici del secolo XX, e tuttora è uno dei pochi scrittori portoghesi conosciuti in tutto il mondo. La sua opera si rivelò decisiva nell’evoluzione della poesia europea e nella ricerca di nuovi territori artistici e letterari. È, nondimeno, considerato un poeta enigmatico, in quanto ci ha fornito, spesso con vistose contraddizioni, una visione multipla della vita. Enigmatico, e controverso. L’ultima polemica che lo coinvolge lo vorrebbe addirittura fascista e razzista.

La polemica

La Comunidade dos Países de Língua Portuguesa è un’organizzazione di Paesi che costituivano l’antico impero portoghese. Ne fanno parte, tra gli altri, Angola, Capo Verde, Mozambico, Brasile e lo stesso Portogallo. La CPLP si occupa di relazioni e scambi culturali e sta costituendo una sorta di Erasmus nello spazio lusofono, per permettere agli studenti di trascorrere periodi di studio negli altri Paesi della Comunità. Così come l’analogo programma europeo è intitolato a Erasmo da Rotterdam, allo stesso modo la CPLP vorrebbe intitolarlo a Fernando Pessoa. Ma alcuni giornali e intellettuali africani non sono d’accordo e stanno cercando di far rinominare il Programma. Il motivo è che secondo loro Pessoa sarebbe stato un fascista e un razzista.

Fernando Pessoa - cplp

Logo e mappa dei Paesi della CPLP. Immagine: Jornal Tornado

La polemica è scoppiata la settimana scorsa, quando il quotidiano di Capo Verde Expresso das Ilhas ha pubblicato un testo intitolato “Gli intellettuali angolani contro la scelta di Fernando Pessoa come patrono del progetto CPLP“. Il giornale riporta alcune opinioni politicamente scorrette espresse dal poeta in alcuni scritti della sua tarda giovinezza, tra il 1923 e l’anno della sua morte. Testi nei quali trasparirebbero idee fasciste e razziste nei confronti di alcuni popoli africani, e in cui viene fatta una sorta di apologia della schiavitù. Sotto accusa, in particolare, il testo (mai pubblicato mentre era in vita) intitolato “O imperialismo de expansão tem um sentido normal”, in cui Pessoa rivendicherebbe il diritto di una civiltà “progredita” di colonizzarne una “arretrata”.

Le persone di Pessoa

Fernando Pessoa nasce a Lisbona nel 1888. All’età di 7 anni parte per il Sud Africa con la madre e il patrigno, che era console a Durban. Qui frequenta il liceo con risultati brillanti. Nel 1905 ritorna in Portogallo nella sua città natale, dove si iscrive al Corso Superiore di Lettere, abbandonandolo nel 1907. Decide quindi di lavorare come articolista, esordendo nel 1912 nella rivista A Águia.

Fernando Pessoa - Ritratto di José de Almada Negreiros

Ritratto di Fernando Pessoa, particolare. José de Almada Negreiros. 1964

Nel 1915 lancia, con Mario de Sá Carneiro, José de Almada Negreiros e altri, la mitica rivista Orpheu, che dà origine al movimento modernista nel Paese. Nonostante il suo avanguardismo e il suo “attivismo letterario”, Pessoa (che letteralmente vuol dire persona) visse gran parte della sua vita in una forma del tutto anonima. Quando morì nel 1935 aveva pubblicato appena un libro, Mensagem, in cui descrive in modo sensazionalista il passato glorioso del Portogallo, mentre cerca di trovare un significato alla decadenza esistente al momento della sua stesura, nel 1934, in piena dittatura.

Fernando Pessoa - Mensagem

Mensagem fu pubbllicato nel 1934, un anno prima della morte dell’autore. Immagine: ocaisdamemoria.com

Brunello De Cusatis, docente dell’Università di Perugia da anni impegnato nello studio dell’opera di Pessoa, ha recentemente curato una raccolta di « appunti e frammenti » scritti tra il 1910 e il 1935 (Politica e profezia, ed. Bietti) in cui il poeta al contrario esprimerebbe idee ben poco liberali. In Patria, lo storico José Barreto si è occupato del vero o presunto despotismo pessoaniano nel saggio Fernando Pessoa Sobre o Fascismo, a Ditadura Militar e Salazar (ed. Tinta da China). L’opera riunisce tutti i testi “politici” del poeta che è stato possibile recuperare, tuttavia senza riuscire a giungere a una sintesi inequivocabile della sua ideologia. La verità è che, guardando a tutta la sua produzione, il pensiero dello scrittore resta un rompicapo. Non va dimenticato infatti che Pessoa era Pessoa più almeno altri trecento eteronomi, molti dei quali con vite proprie, ricche e complesse quanto quelle reali.

Un parere non politico

Fernando Pessoa - Statua di Pessoa

La celebre statua di Pessoa di fronte al Café A Brasileira a Lisbona, opera di Lagoa Henriques

Ora, non è certo possibile in questa sede analizzare la totalità di questi testi; invito tutti coloro che vogliano approfondire il tema a procurarsi i volumi succitati. Da parte mia, trovo più corretto il pensiero di Barreto che, più che un fascista o un razzista, ritrova in Pessoa un « individualista impertinente » e un « nazionalista mistico ». Di certo era un grande amante del suo Paese, ma anche un anticonformista, nemico della mediocrità e critico della natura umana fino a rasentare la misantropia. Era un elitista, forse, ma non certo un antiliberale. D’altronde non era un fascista militante, benchè gli sarebbe convenuto esserlo. Non scriveva manifesti nè si è mai abbassato a fare propaganda. Al contrario, si confrontò con l’attualità portoghese in modo sempre trasversale e non allineato, affrontando persino la mannaia della censura.

Fernando Pessoa - Foto 1928

Pessoa nel 1928

Un aspetto fondamentale per comprenderne le esternazioni più “nazionaliste” e “elitiste” è il fatto che all’epoca in cui vennero scritte il termine fascismo non aveva ancora subito l’espansione semantica che si verificò successivamente. Pessoa ha osservato sociologicamente la nascita e l’affermazione del fascismo in Europa come una delle tante itanze culturali del primo Novecento, uno degli esiti dell’ansia popolare di cambiamento di fronte alla crisi economica e al fallimento delle monarchie e delle repubbliche democratiche. La terminologia che si ritrova negli scritti incriminati va per forza di cose contestualizzata, e interpretata senza il filtro perbenista del politically correct. Va, infine, letta non solo sotto il profilo critico e razionale, ma probabilmente anche sotto quello mistico (come è noto, Pessoa era un grande esoterista).

Conclusione

Speculazioni a parte, ci resta la biografia di un uomo schivo e mite, che in vita sua non fece male nemmeno a una mosca. Ma sorvolando su questo aspetto, forse un po’ patetico, è mia ferma convinzione che non è necessario condividere le idee politiche di scrittori come Ezra Pound o Gabriele D’Annunzio per apprezzarne le opere letterarie. Nè di pittori come Mario Sironi per riconoscerne i meriti artistici. Non è indispensabile sapere se Pessoa era di destra o no per apprezzare Il Libro dell’inquietudine o Il banchiere anarchico, e per intitolargli un programma culturale. Suggerirei altresì di lasciare, almeno agli artisti, il diritto e la libertà di essere politicamente scorretti. Dalla totale aderenza al pensiero borghese non è mai nata alcuna nuova forma di Arte. Quella ha un altro nome, si chiama cultura di massa.

Fernando Pessoa era un razzista? ultima modifica: 2019-02-15T04:17:44+00:00 da Marco Sabatino

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