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La Ginjinha, “alchemico” liquore di Lisbona

È la bevanda “popolare” per eccellenza, consumata in quantità industriali dai lisboeti, per i quali rappresenta un vero e proprio rito legato alla fine del pomeriggio (un po’ come il nostro aperitivo). Viene tradizionalmente servita in bicchierini di vetro com elas (ovvero con frutta) o sem elas (senza frutta). Parliamo ovviamente della ginjinha, il mitico liquore color rubino prodotto tramite l’infusione delle amarene (ginjas) nell’aguardente, la “grappa portoghese”.

L’alchimia del successo

La città di Óbidos, a circa 90 km da Lisbona: qui nel XVII secolo nacque la ginjinha. Foto: wikipedia

La storia della ginjinha comincia nella regione di Óbidos, piccolo e incantevole borgo medievale a circa un’ora da Lisbona. Si ritiene che la sua origine risalga al XVII secolo e potrebbe essere il risultato della ricerca di un frate alchimista che, approfittando delle grandi quantità di amarene esistenti nel territorio, tentava ottenerne un farmaco. Il risultato, non meno apprezzato, fu questo liquore aromatico e dall’equilibrata gradazione alcolica (circa 20%). La formula si diffuse rapidamente in tutto il paese e molti obidenses iniziarono a produrla in casa per uso domestico. Fino a quando una prima taverna cominciò a venderla, poi la seconda, poi la terza… Inaugurando l’eterna competizione per il possesso della miglior ginjinha. Più o meno forte, più o meno dolce, più o meno acida, la ginjinha di Óbidos valica la cinta muraria della città diffondendosi in tutto il Portogallo. Nel 1840 l’imprenditore galego Francisco Espinheira aggiunge alla ricetta un profumo di cannella, registra il marchio Espinheira e apre a Lisbona il primo ginja-bar della città: il successo è immediato.

Il triangolo della Ginja

“A Ginjinha”, Largo de São Domingos n.8

Oggi a Lisbona sono poco più di mezza dozzina i posti dove la ginjinha si consuma come da tradizione, e appena tre le casas storiche e allo stesso tempo produttrici. Si trovano tutte nel quartiere di Baixa, a due passi dalla centralissima Praça Dom Pedro IV e a pochi metri di distanza l’una dall’altra, ragion per cui potete approfittarne per fare un tour della ginjinha e decidere voi stessi qual’è la migliore. Al civico 8 del Largo de São Domingos troviamo A Ginjinha: proprio la famosa, primissima tavernetta aperta nel 1840 da Espinheira. Migliaia di turisti si accalcano ogni giorno alla porta di questo negozietto rimanendo a lungo in fila per gustarne il liquore. Altrettanto affollata è la quasi dirimpettaia Ginjinha Sem Rival, cinquanta metri più avanti in Rua das Portas de Santo Antão n.7.  

“Ginjinha Sem Rival”, Rua das Portas de Santo Antão n.7

Fondata nel 1890, oltre alla ginjinha questa casa produce il liquore Eduardino, dal nome del pagliaccio che può essere visto nell’etichetta. Questo clown, che lavorava lì a fianco nel Coliseu dos Recreios, era un cliente abituale. Racconta la leggenda che dopo aver bevuto un bicchierino di troppo creò proprio nel bancone della tavernetta una nuova bevanda, mischiando la ginjinha con anice e altri aromi. Ebbene, la ricetta piacque così tanto al proprietario che in breve tempo cominciò a commercializzarla. L’Eduardino divenne un marchio nel 1908 e oggi è parte integrante del panorama del negozio.

“Ginjinha Rubi”, Rua de Barros Queirós n.27

Infine la Ginjinha Rubi, che si può trovare poco distante al civico 27 di Rua de Barros Queirós. Fondata nel 1931, questa casa offre ai suoi clienti una ginjinha prodotta artigianalmente con frutti della regione di Óbidos. il risultato è sempre lo stesso: il tratto di strada di fronte è costantemente popolato da avventori, tutti col tipico bicchierino in mano: da decenni questo perimetro disegnato sulla mappa dalle tre casas (una zona opportunemente pedonale) da vita nel centro della città a una sorta di “triangolo delle Bermuda” della ginja, dentro il quale è facile perdersi…

Un rito sociale

Tutte e tre i negozi fanno parte del programma Lojas com História (negozi con storia), creato dal Comune di Lisbona per salvaguardare il commercio storico e tradizionale della città. È senza dubbio questo infatti il vero salotto cittadino, frequentato in egual misura da lisboeti, stranieri residenti e turisti, quindi un luogo dove ci si può veramente “mischiare” al tessuto sociale della città. Qui, esattamente come in un tram esageratemente pieno, è possibile conversare in un sol colpo con portoghesi, tedeschi, francesi, russi e spagnoli, grazie alle miracolose proprietà della ginjinha che con un bicchiere ti rilassa, con due o tre ti incoraggia, dal quarto in poi ti trasforma in un perfetto falador di Esperanto. L’alchimia continua.

La Ginjinha, “alchemico” liquore di Lisbona ultima modifica: 2019-01-08T06:35:26+00:00 da Marco Sabatino

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