Salendo fino in cima al Parco Eduardo VII di Lisbona si arriva nel verdeggiante giardino dedicato alla celebre regina del Fado Amália Rodrigues. Nel bel mezzo di questo spazio c’è una bizzarra scultura raffigurante una donna nuda e corpulenta che tiene in braccio un altrettanto grassoccio infante. Si tratta della Maternità di Fernando Botero, artista colombiano dallo stile inconfondibile.
La realtà dilatata di Botero
Quando osserviamo un dipinto o una scultura raffigurante dei personaggi particolarmente in carne ci sono pochi dubbi sulla mente che li ha partoriti. Si tratta di Fernando Botero, pittore e scultore che ha reso le figure paffute il suo marchio di fabbrica. Dalla lettura delle interviste che ha rilasciato nel corso del tempo, però, possiamo ricavare con certezza che l’artista non è semplicemente un ritrattista di persone grasse.
Dietro al suo modo di rappresentare il corpo umano, infatti, ci sono dei presupposti completamente diversi. Basti pensare che la prima volta che Botero si avvicinò al suo peculiare modo di dipingere, non lo fece disegnando una persona, bensì un mandolino. Quando riportò l’immagine dello strumento sulla tela, si accorse di aver dipinto il foro di risonanza troppo piccolo rispetto al resto, ottenendo una figura dilatata e tozza. Questa pienezza nella forma dell’oggetto gli trasmise un fascino e una sensualità tale che il colombiano non si distaccò mai più da questo modus operandi.
La dilatazione è diventata, infatti, la sua filosofia artistica. La prova definitiva che nell’opera di Botero non ci sono solo persone grasse è che anche gli oggetti che le circondano sono dilatati, andando a raffigurare un contesto che è ancorato alla realtà, ma non la rappresenta. La pittura di Botero è semplicemente lo strumento col quale egli filtra il mondo come noi tutti lo vediamo dando vita a una raffigurazione strettamente personale. Una visione legata alla positività, alla vitalità e all’abbondanza, che non può non legarsi a quella “primitiva” ma sempre viva per cui la rotondità delle forme è indice di bellezza e fertilità.
Opera tipicamente boteriana
Anticamente, infatti, le donne venivano spesso rappresentate con forme che si discostano molto dai canoni di bellezza attuali, basti pensare alle così dette “veneri paleolitichiche”, come quella di Willendorf. I “fianchi larghi” e l’abbondanza delle curve erano segnali di fertilità e rendevano una donna realmente bella ed appetibile. Questa concezione è ancora presente nella cultura sudamericana ed ha molto probabilmente influenzato l’artista colombiano. La Maternità che si può ammirare a Lisbona fu scolpita nel 1989 e inaugurata dieci anni dopo all’interno del Giardino Amália Rodrigues, vicino Piazza Marquês de Pombal.
L’opera realizzata in bronzo poggia su una base di cemento a forma di parallelebipedo. L’immagine della maternità è particolarmente cara a Botero, che la identifica come una interpretazione della Madonna con il Bambino. La tematica sacra è ricorrente nelle sue creazioni: indicativo è il fatto che nei suoi paesaggi urbani compaiano spesso grandi campanili ed enormi chiese. Il bambino della scultura, inoltre, è raffigurato con le braccia e le gambe divaricate, quasi a volersi mostrare al mondo, da novello Gesù bambino. Guarda verso il Tago rispondendo idealmente ad un altro abbraccio, quello della statua del Cristo Re che domina la sponda sud del fiume.