Il finto suicidio di Aleister Crowley (con la complicità di Fernando Pessoa)

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CULTURA PERSONAGGI STORIE

Crowley e Pessoa: il mistero della Boca do Inferno

Crowley - Crowley e Pessoa

È una delle vicende più torbide della storia portoghese recente, ed ha come protagonisti due delle personalità più discusse del secolo XX: Fernando Pessoa e Aleister Crowley. Il primo, uno dei maggiori poeti di lingua portoghese e grande appassionato di occultismo; il secondo, esoterista britannico considerato uno dei maghi più potenti di sempre, autosoprannominatosi La Bestia. Nel 1930, dopo essere stato cacciato dall’Italia, Crowley giunse a Lisbona per conoscere personalmente Pessoa, che con la sua conoscenza iniziatica era stato capace di sorprenderlo.

Antefatto: Pessoa e Crowley prima dell’incontro

Crowley - Foto di Aleister Crowley

Aleister Crowley

La nostra storia comincia nel marzo 1920 nei pressi di Cefalù, dove Crowley – all’epoca già noto nell’ambiente esoterico come il fondatore della Dottrina di Thélema – dà vita all’Abbazia di Thélema, una sorta di comune dove passa a vivere insieme ai suoi seguaci. L’Abbazia (una casa isolata, situata allora come adesso alla periferia della cittadina siciliana) è circondata da un alone di segretezza; la presenza di donne e bambini nel gruppo alimenta tra la popolazione locale le più svariate voci su messe nere, riti orgiastici e, addirittura, sacrifici umani. Le voci sempre più insistenti allarmano la polizia (siamo nei primi anni dell’era fascista) la quale, dopo varie indagini, il 13 aprile 1923 ordina l’espulsione di Crowley dal territorio italiano. Giustificandola, più che con le sue “scandalose abitudini”, con una presunta attività antifascista, dato che la sua dottrina anti-clericale non poteva che rivelarne le simpatie comuniste.

Crowley - Abbazia di Thélema

L’ex Abbazia di Thélema a Cefalù. In stato di abbandono, in anni recenti è stata messa inutilmente in vendita Foto: wikipedia

Privi della leadership di Crowley, i discepoli sono costretti a vendere tutti gli arredi della casa per pagare i debiti lasciati dal loro stesso Maestro, che si rifugia in Nordafrica. Saltiamo al 1925 a Lisbona, dove Fernando Pessoa è vittima di una profonda crisi depressiva in seguito alla morte della madre. Già da tempo legge e traduce libri di teosofia: i suoi legami con l’esoterismo non sono mai stati un segreto. È uno gnostico convinto, esattamente come Crowley, del quale conosce e apprezza l’opera. Ed è proprio durante la lettura di uno dei suoi libri che nota un errore contenuto in un oroscopo, particolare che lo spinge a scrivere all’occultista, informandolo che si è sbagliato sulla sua… Ora di nascita. Poco tempo dopo, uno sbalordito Crowley gli risponde ringraziandolo per la segnalazione. È l’inizio di una fitta corrispondenza che culmina nella volontà del mago di recarsi in Portogallo per conoscerlo personalmente.

Crowley - Fernando Pessoa

Fernando Pessoa beve un bicchiere di vino in una taverna di Lisbona nel 1929

La bocca dell’inferno

La Bestia arriva a Lisbona la mattina del 2 settembre 1930. Scende dalla nave accompagnato da una ragazza tedesca di 19 anni, Hanni Jaeger, conosciuta con lo pseudonimo di Donna Scarlatta. Ad aspettarli c’è Pessoa. I due ospiti trascorrono i giorni successivi visitando Lisbona e i dintorni, facendo il bagno nell’oceano, e consumando droghe. Ma le frequenti, micidiali “crisi isteriche” di Miss Hanni li porta ad essere espulsi da un hotel e da molti ristoranti della città. Circa una settimana dopo il loro arrivo, questa fa le valigie e abbandona senza preavviso Crowley. È a questo punto che il mago, ferito nell’orgoglio, medita una vendetta: il famoso affaire della Boca do Inferno nel quale inscena, con l’aiuto del nuovo amico portoghese, il suo finto suicidio, allo scopo di spaventare la ragazza.

Crowley - Boca do Inferno

La Boca do Inferno a Cascais

La fine di un personaggio come Crowley doveva essere il più teatrale possibile. In questo senso, lo scenario non poteva essere piú azzeccato: la costa alla periferia di Cascais, cittadina a mezz’ora da Lisbona; la cima di una scogliera, il mare in burrasca; un uomo si getta tra le onde, e scompare inghiottito da una spaccatura nella roccia che la gente del luogo chiama Boca do Inferno. È il pomeriggio del 25 settembre 1930, e Augusto Ferreira Gomes, giornalista del Diário de Notícias, amico di Pessoa, si trova “casualmente” a passeggiare sul terreno sovrastante la Boca do Inferno, dove incontra un porta sigarette in metallo che blocca, impedendo al vento di portarselo via, un foglio sul quale è scritto un misterioso messaggio d’addio.

Quarto potere

Dopo aver “investigato” e verificato che l’oggetto e la calligrafia del messaggio appartegono a Crowley, Ferreira Gomes fa pubblicare sul n.121 del settimanale Notícias Ilustrado, datato 5-10-1930, una « sensacional reportagem » dove mostra la sua “scoperta” e racconta la tragica fine del mago nella Boca do Inferno. Intervistando, tra l’altro, proprio Pessoa – uno degli ultimi a vederlo in quel di Lisbona. È il poeta a fornire la traduzione del messaggio, scritto in un linguaggio “esoterico” incomprensibile per i non iniziati. E dal quale si evince inquivocabilmente che tra il 23 e il 25 settembre Crowley si è tolto la vita per amore della sua Hanni. Una smentita all’ipotesi del suicidio arriva dalla Polizia di Frontiera portoghese, secondo la quale Crowley (o qualcuno col suo passaporto) ha passato il confine portoghese giorno 23.

Crowley - Notícias Ilustrado 2

Una pagina del servizio di Ferreira Gomes, con la riproduzione del messaggio d’addio attribuito a Crowley (a destra)

Pessoa continua a sostenere di averlo incontrato, « lui o il suo fantasma », per ben due volte il 24, probabilmente il giorno precedente alla tragedia. Di sicuro c’è che Crowley è scomparso. Nessuno sa dov’è. Si è letteralmente volatilizzato. Sia Pessoa che Ferreira Gomes vengono a lungo interrogati dalla polizia, ma non parlano. E addirittura si fa strada l’idea dell’esistenza di un doppio. La notizia fa rapidamente il giro della stampa internazionale. Persino Scotland Yard manda un investigatore in Portogallo a svolgere indagini sulla vicenda. L’Oxford Mail del 14 ottobre riferisce che a Londra si sta preparando una seduta per entrare in contatto col suo spirito.

La resurrezione

Crowley è dunque riuscito nel suo scopo di spaventare Hanni? Non proprio. Perché ancora prima che la notizia del suo suicidio possa aver raggiunto la giovane, il mago stava di nuovo “praticando la magia” con lei. Secondo i suoi biografi infatti, ha lasciato il Portogallo in treno il 27 settembre, due giorni dopo la messa in scena del suicidio; chi fosse l’uomo che ha attraversato la frontiera del Paese al posto suo il giorno 23, resta l’unico vero mistero. Mesi più tardi, nel gennaio 1931, Pessoa si sbottona in una lettera all’amico Jõao Gaspar Simões: « Crowley, che dopo essersi suicidato è passato a vivere in Germania, mi ha scritto qualche giorno fa… ».

Crowley - Lastra

Una lastra di pietra presso la Boca do Inferno ricorda la bravata di Crowley e Pessoa

Ed è proprio a Berlino che il mistico riappare qualche settimana dopo, bello che resuscitato, e con una nuova Donna Scarlatta, Bertha Busch. Pessoa muore quattro anni più tardi, il 30 novembre 1935, in seguito a un ricovero per colica epatica. Crowley muore (stavolta per davvero) di degenerazione del miocardio e bronchite il 1° dicembre 1947 all’età di 72 anni. Oggi, una lastra di pietra posta presso la Boca do Inferno, e rivolta verso il mare, ricorda la bravata dei due. Probabilmente la cosa più avventurosa che Pessoa abbia fatto in vita sua.

Crowley e Pessoa: il mistero della Boca do Inferno ultima modifica: 2019-02-25T11:04:10+00:00 da Marco Sabatino

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