Sabato scorso, nel corso di una cerimonia tenutasi presso il Palazzo di Ajuda a Lisbona, è entrato ufficialmente in carica il XXIIº governo costituzionale portoghese. Dopo la vittoria del PS nelle Elezioni Legislative del 6 ottobre, il segretario generale del partito António Costa è stato nominato Primo Ministro dal Presidente della Repubblica Rebelo de Sousa. Il nuovo esecutivo, formato da 19 Ministri e ben 50 Segretari di Stato, è il più numeroso di sempre.
La squadra di governo
Una cerimonia di insediamento non era mai durata tanto; un’ora e mezza, per completare il giuramento individuale di tutti e 70 i componenti del nuovo esecutivo, 44 uomini e 26 donne. A quest’ultime continuano ad essere assegnati alcuni dei ministeri più importanti e delicati. Basta citare Francisca Van Dunem alla Giustizia, Marta Temido alla Salute pubblica e Graça Fonseca alla Cultura. Ana Mendes Godinho è stata nominata Ministra do Trabalho, Solidariedade e Segurança Social. Anche i due ministeri creati ex-novo sono stati assegnati a donne: Ana Abrunhosa alla Coesão Territorial e Alexandra Leitão alla Modernização do Estado. In tutto, le “ministre” sono otto, con un peso complessivo nel nuovo governo del 37,1%. Altri ministeri chiave hanno visto la riconferma dei nomi della passata legislatura. Augusto Santos Silva rimane agli Esteri e Mário Centeno, che attualmente è anche presidente dell’Eurogruppo, mantiene la cartella delle Finanze.
Al termine del giuramento, hanno fatto i loro discorsi il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro. La cerimonia si è conclusa a mezzogiorno, poi subito al lavoro. Il governo ha noleggiato tre autobus della Carris (la compagnia di trasporti pubblici di Lisbona) alimentati a gas naturale, per trasportare i Ministri e i Segretari di Stato dal Palazzo di Ajuda alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’Avenida Professor Gomes Teixeira. L’ordine del giorno comprendeva la presentazione e approvazione del programma di governo.
Un programma ambizioso
In questo documento di 191 pagine, sono tracciate le linee d’azione del governo per i prossimi quattro anni, suddivise in quattro grandi obiettivi: buona performance economica, investimenti nei servizi pubblici, miglioramento della qualità della democrazia e rafforzamento della sovranità.
Il programma esclude privatizzazioni, tagli dei salari e delle pensioni, o l’aggravamento delle tasse su beni e servizi essenziali. E si prefigge una lotta attiva a favore dell’ambiente, con la chiusura delle centrali termoelettriche di Pego nel 2021 e di Sines nel 2023. Chiusura che si accompagna a 200 milioni di € di investimento su centri tecnologici che lavorano su progetti di innovazione e sviluppo. Dulcis in fundo, l’aumento del Salário Mínimo Nacional, attualmente di 600 €, fino a 750 € nel 2023, al termine della legislatura. Dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri, il programma è stato inviato via e-mail all’Assemblea della Repubblica, dove sarà discusso tra mercoledì e giovedì prossimo in prsenza delle forze d’opposizione.