Le telenovelas sono uno dei fenomeni popolari – e, di riflesso, culturali – più marcanti del Portogallo. In un Paese con poco più di 10 milioni di abitanti, le soap godono di uno share medio del 17%, ovvero circa 1.700.000 telespettatori a puntata. Se escludiamo quiz e Talent Show, rappresentano la più grande produzione televisiva nazionale. Una delle poche 100% made in Portugal, considerando che molti programmi sono tratti da format stranieri. Attualmente, il Portogallo è uno maggiori produttori al mondo di telenovelas, subito dopo i Paesi latinoamericani. In tutto, ha collezionato 6 nominations nella categoria Miglior Telenovela all’Internacional Emmy Awards (gli “oscar della televisione”), vincendo due statuette.

Dalla “Rivoluzione di aprile” a quella di Gabriela
Nel 1977 il Portogallo è una democrazia da appena tre anni, dopo quasi quattro decadi di regime autoritario. In marzo, il Primo Ministro Mário Soares dà il via al processo di adesione alla CEE; il gruppo Os Amigos vince il Festival da Canção col brano Portugal no Coração, un inno di libertà e speranza nel futuro. In questo clima di ottimismo, sull’RTP1, primo canale del Servizio Pubblico (all’epoca unico emittente del Paese), arriva Gabriela, la primissima telenovela ad essere trasmessa nel Paese. “Importato” dal Brasile, il serial racconta le vicende di una giovane dello Stato di Bahia che per sfuggire alla siccità si trasferisce nella pacata cittadina di Ilhéus dove, coi suoi vestitini corti e il suo comportamento ingenuo quanto sensuale, sedurrà l’intera popolazione maschile.

È immediatamente un grande successo. Uomini e donne di tutte le età e ceto sociale adorarono Gabriela, semplicemente perché non avevano mai visto niente del genere. All’epoca il numero di televisori in Portogallo era di circa 150 ogni 1000 abitanti, perciò si diffuse l’usanza di riunirsi presso bar e altri luoghi pubblici per assistere alla novela. Molti critici giustificarono la gabrielomania (com’era chiamata dai giornali) col fatto che non esistesse possibilità di scelta: i canali erano due e la telenovela una. In realtà a questo dobbiamo aggiungere motivi ben più profondi, legati a filo doppio col cambiamento sociale che stava investendo il Paese all’indomani del 25 de Abril. Attraverso il fascino esotico, a tratti selvaggio di Gabriela, i portoghesi avevano scoperto la TV generalista moderna. Prima ancora che la serie terminasse, era chiaro che il pubblico ne voleva ancora.
Dagli anni ’80 ai primi anni ’90
In seguito a questo successo, il Servizio Pubblico aumenta le ore di programmazione dedicate alle telenovelas brasiliane, spalmandole sul primo e il secondo canale, fino a esibirne una media di tre-quattro per anno. Nel 1982, cinque anni dopo la messa in onda di Gabriela, la televisione è presente già nel 90% delle case portoghesi e le telenovelas fanno parte della quotidianità di milioni di persone. Tanto che quello stesso anno l’RTP decide di fare il “grande salto” producendo la prima novela portoghese: Vila Faia.

Un primo tentativo non proprio riuscito: senza esperienza nella fiction, e mezzi decisamente modesti, i portoghesi sfornano un prodotto ancora acerbo. Gli ascolti non sono certo entusiasmanti, ma tutto sommato dignitosi. E a Vila Faia seguono, al ritmo di quasi una all’anno, altre novelas, che però non riescono mai a decollare in quanto a popolarità e qualità. Specialmente se esibite accanto alle loro “sorelle maggiori” brasiliane. Questo soprattutto a causa della mancanza di concorrenza. Tanto che alla soglia degli anni ’90 si arriva a una sorta di impasse: le soap portoghesi sembrano già sopravvivere stancamente. La situazione si sblocca solo con l’arrivo della SIC, la prima agguerritissima rete privata, nel 1992. Un anno cruciale per lo sviluppo del genere in cui comincia una guerra dell’Auditel senza esclusione di colpi.
La guerra delle telenovelas

La SIC inizia ufficialmente le trasmissioni il 6 ottobre 1992. Nel palinsesto della rete figura da subito, trasmessa in prime-time, la telenovela brasiliana Renascer. Messa di fronte alla rivale, l’RTP è costretta a rispondere e lo fa con una nuova produzione che finalmente alza il livello della partita: A Banqueira do Povo, tuttora considerato uno dei migliori serial nazionali di sempre. La storia è ispirata alla vita di Dona Branca, un’usuraia di Lisbona che negli anni ’80 provocò un enorme scandalo finanziario mandando quasi in bancarotta la Banca Centrale Portoghese. Nonostante il gradimento della critica, l’RTP perde il confronto con la concorrente. Quando una telenovela portoghese viene trasmessa in contemporanea con una brasiliana, quest’ultima è sempre la preferita del pubblico.

Se ne accorge anche la TVI, seconda rete privata che comincia le trasmissioni Il 20 febbraio 1993, lanciando da subito una sua telenovela, Telhados de Vidro. Che però si rivela un flop clamoroso obbligando la neonata emittente a una “pausa di riflessione”. Nei 6 anni successivi, la partita continua ad essere giocata dalla SIC con le sue patinatissime novelas brasiliane e dall’RTP con le sue produzioni nazionali. Fino all’alba degli anni 2000, le novelas del Servizio Pubblico si susseguono una dopo l’altra, senza riuscire a fare il famoso salto di qualità. Per di più adesso umiliate dagli ascolti (fino all’85%) della SIC, che nel frattempo è diventata la concessionaria in Portogallo della Rede Globo, la più grande produttrice brasiliana – se non mondiale – di telenovele. È a questo punto che avviene il colpo di scena.
Il terzo incomodo

Alla fine del 1999 infatti la TVI torna alla carica con una nuova autoproduzione intitolata Todo o Tempo do Mundo, incentrata sulla vicenda umana di Leonardo, un anziano ricoverato in una clinica psichiatrica che un giorno, senza neanche rendersene conto, diventa milionario vincendo il 1º premio della lotteria. Il serial, ben scritto diretto e recitato, è un grande successo. Sebbene neanche lui riesca a battere le telenovele della Globo trasmesse dalla SIC, contribuisce a diminuire di molto il divario di ascolti, segnando l’inizio di una “nuova era” per la fiction nazionale. Che a partire da questo momento migliora notevolmente, guadagnando terreno fino a confermarsi, nel decennio successivo, come la preferita dal pubblico.

Tanto da “costringere” la SIC ad abbandonare l’importazione e buttarsi anche lei nella produzione. A questo punto esistono tre grandi competitors che propongono in quattro canali le proprie telenovelas. Il giro di boa avviene nel 2000, l'”anno della “maturitá”, in cui per la prima volta dai tempi di Gabriela, le telenovele portoghesi battono le brasiliane. L’RTP manda in onda l’ottima Ajuste de Contas, ma è ancora una volta l'”ultima arrivata” TVI a battere ufficialmente il record con Jardins Proibidos, la prima produzione nazionale a superare in ascolti le novelas brasiliane.
Il boom della TVI

Nel 2001 dunque, anche la SIC si butta nella mischia mandando in onda la sua prima telenovela autoprodotta, Ganância, che però si rivela un flop. Forte di un successo inarrestabile, la TVI quell’anno ne manda in onda ben tre, affermandosi definitivamente come la principale produttrice nazionale di novelas. Gli anni successivi sono una girandola scoppiettante di nuove produzioni che vedono la rete privata quasi sempre in testa con ascolti che si mantengono eccellenti. L’ultimo episodio di Amanhecer supera addirittura il 50% di share. Questa sorta di “nuovo monopolio” vacilla brevemente nel 2007 con l’arrivo dell’ottima novela “storica” Paixões Proibidas della RTP e soprattutto con Floribella della SIC, che puntando sulle vicende di una “Cenerentola dei giorni nostri” riesce a catturare per la prima volta le attenzioni del publico adolescente.

La TVI mantiene comunque la leadership fino al 2009, anno in cui la SIC lancia il suo primo grande successo, Perfeito Coração. La trama strizza l’occhio all’attualità portoghese di allora. È infatti il periodo in cui il Paese entra sotto il rigido controllo della Troika e le misure di “contenimento della spesa” adottate dal governo scaraventano migliaia di persone nel precariato e nella disoccupazione. Protagonista è la giovane Leonor, figlia di banchieri che per solidarietà si unisce alle proteste contro l’austerity. Ciò nonostante, quell’anno è ancora la TVI a fare la storia. La sua Meu Amor, infatti, è la prima novela portoghese ad essere premiata com un Emmy.
La storia continua…

Nel 2010 è la SIC a vincere un Emmy con Laços de Sangue, un grande successo che viene comprato e trasmesso anche dalla nostra RAI. È il primo vero trionfo della rete, che a partire da questo momento si impone come la principale concorrente della TVI, con buona pace del Servizio Pubblico. Grazie allo spirito di concorrenza, che ha “stimolato” il mercato e definito nuovi standard per il genere, il Portogallo si è affermato come uno dei più grandi e capaci produttori di telenovelas al mondo. Il Paese è sinonimo di qualità all’estero e esporta le sue serie in Russia, USA, Asia, Africa e persino in Sudamerica. Dopo oltre quarant’anni, la storia d’amore continua…